Gli americani sono rinomati per essere degli stacanovisti sul lavoro. Fuori dal lavoro sempre super attivi, mai fermi un attimo, così attivi che a me fanno venire l'affanno solo a vederli.
Io sono al versione umana di un bradipo.
Però, anche nella mia lentezza, che a qualcuno parrà esasperante, IO faccio sempre tutto quello che devo fare. A volte (molte) faccio pure quello che dovrebbero fare gli altri.
Perchè un'altra dote degli americani (sia quelli che non si fermano un attimo sia quelli che non combinano un cazzo da mane a sera) è quella di dire e pensare di non avere tempo per fare nulla.
Il mese scorso era il mio compleanno. Purtroppo, visto quello che era successo l'anno scorso, ammetto di non averlo aspettato con ansia come faccio di solito.
Ogni anno vado a cena fuori il giorno del compleanno. È noto al mondo che non tutti gli anni i compleanni cadano nel fine settimana, quindi non sempre si può far tardi, ma alla cena tutti di solito riescono a venire.
Tutti, a meno che non lavorino di sera. I miei amici sono quasi tutti baristi e quindi ci sono una o due sere al massimo in cui possono andare a cena.
Per ANNI io sono andata alle cene di tutti, ho sborsato centinaia di dollari in ristoranti costosi che erano stati scelti dal festeggiato.
La tradizione vuole che qualcuno prenoti per il festeggiato. Sta tradizione vale per tutti tranne che per me. I miei amici non hanno MAI prenotato per me, questo mi ha sempre messo in una posizione scomoda. Infatti è impossibile prenotare tavoli molto grandi in molti ristoranti, contando poi che gli americani non sanno mai dirti con un anticipo maggiore di 3 giorni se ci saranno oppure no, mi ritrovo sempre a dover scegliere chi saranno i 10 invitati. Così qualcuno rimane sempre fuori, e mi sono già finite un paio di amicizie per questa storia.
Io che odio parlare al telefono e che sono l'unica che lavora durante il giorno, l'unica non madre lingua, io devo prenotare sempre, qualunque occasione, per chiunque.
Questo compleanno non ha fatto eccezione, non fosse che, cadendo di martedì, sapevo che avrei finalmente potuto invitare tutti gli amici baristi, visto che tutti avevano il martedì libero.
Siccome l'importante per me era la compagnia, ho scelto di andare al vietnamita, cucina che amo e che ha un prezzo molto modico, così che anche chi era in ristrettezze potesse venire.
Chiaramente non andava bene, perchè nessuno ama il vietnamita. Allora mi è stato proposto il koreano. A me davvero va bene tutto. Il problema era che non è proprio raggiungibile senza auto, ma ci siamo organizzati e siamo arrivati tutti.
Quattro o cinque persone mi hanno portato dei biglietti di auguri che ho apprezzato molto. 3 persone erano in ritardo, una di 40 minuti. Solo due persone mi hanno fatto il regalo, che non mi aspettavo e mi ha fatto piacere. Purtroppo siamo stati messi in due tavoli separati e questo mi ha creato parecchio disagio, così speravo di rifarmi nel dopocena.
La parte preferita del mio compleanno è uscire a bere.
Inutile dirvi che non solo non sono andata in un locale scelto da me per cena, ma neanche a bere. Come sempre l'essere accomodante mi si è rivoltato contro. Tina ha pagato un giro a tutti (chissà perchè) e poi tutti di corsa a casa. Erano le 9 e mezza, non le 2 del mattino.
Ribadisco che questi amici vivono di sera perchè lavorano di sera. Tipo che a cena non si può andare prima delle 8:30 perchè è troppo presto (alle 10 la cucina chiude e tutti ci odiano).
Quando tutti hanno iniziato a togliere le tende, la pesona con cui ero in macchina mi ha detto che sarebbe andato a casa. Io gli ho detto di non preoccuparsi che avrei preso un taxi perchè era il mio compleanno e volevo stare fuori ancora un po'.
Tina, Coda e l'amica aggiuntasi dopo la cena sono rimasti, rendendosi conto che mai nella storia sono andati a casa alle 21:30. Il resto del compleanno, nonostante non sia andata in nessuno dei locali che amo, è andato molto bene, come dimostrato dalla colossale perdita di sensi avvenuta appena varcata la soglia di casa.
Questa settimana c'erano altri due compleanni. In entrambe in casi Tina ha voluto comprare sia un biglietto (e qui sono d'accordo) sia una gift card (che io avrei comprato solo per uno dei due ad essere sincera).
Ieri dovevamo andare alla festa di uno dei due, cosa che si sapeva da almeno due settimane.
Venerdì sera Tina mi dice se posso passare a prendere un biglietto e una gift card al drugstore. Io che sto cercando di arrivare a casa nonostante i lavori in corso e gli autobus che non funzionano le faccio presente che non ce l'avrei fatta perchè non passavo davanti a nessun drugstore per andare a casa.
Lei mi dice che provava a passare dopo lavoro (non so perchè non prima visto che non andava a lavoro fino alle 20 e aveva 3 ore per andare o a quello di fianco a casa sua o ad uno dei tre di fianco al suo lavoro).
Le chiedo di farmi sapere se riesce a prendere sto biglietto.
La mattina dopo ancora tutto tace.
Per andare alla festa bisognava arrivare nel lower garden district a due isolati da casa di Tina e a 60 dalla mia, dove ci sarebbe stato un autobus privato che ci avrebbe portato alla festa che era ad un'ora da New Orleans.
Mentre mi preparavo, le mando un messaggio per sapere di sto cazzo di biglietto, in caso l'avesse preso.
Lei mi dice di no e poi mi dice, se posso prenderlo io.
IO che devo: prendere la bici, andare in banca, andare a parcheggiare la bici davanti al bar per diminutire le possibilità che me la rubino, correre per 6 isolati a 40 gradi per andare a prendere l'autobus.
Lei ha un drugstore a 4 isolati e due ore e mezza di tempo.
Chi l'ha comprato il biglietto?
Alla fine della serata, dopo essere tornati in città, mi dice che lei voleva comunque uscire. Le faccio presente che dovevo andare a prendere la bici e lei mi dice che comunque voleva venire al pub dove l'avevo parcheggiata.
Sapete come è finita? Io sono andata al bar ad aspettarla, lei mi ha chiamata dopo un'ora per dirmi che non se la sentiva di venire fino li adesso che era arrivata a casa (ha fatto 3 isolati a piedi dall'autobus).
Questo è solo uno dei mille mila esempi di culocomodismo a cui vengo esposta. Ho preso la persona a cui voglio più bene come esempio proprio per dire che è una cosa molto diffusa. Forse è un problema di New Orleans... O forse no.