martedì 8 settembre 2015

L'importante è essere convinti.

Polemica del martedì (ieri era festa nazionale e quindi ho fatto pausa visto che la settimana lavorativa inizia ufficialemente oggi).
Avrei altri cazzi e mazzi da raccontare per quanto riguarda la casetta molto piccina senza soffitta e senza cantina, ma invece sorvoliamo per un'altro post e passiamo direttamente a queste domande che mi pongo da anni e che mai troveranno una risposta.
I cannoli.
Sempre per inveire contro a quelli di New Orleans italians...
Da mezza sicula, so che in Sicilia, col termine cannolo si descrive quello che nel resto della penisola è conosciuto come cannolo siciliano.
Tra l'altro non tutti i cannoli siciliani sono uguali, dalle parti di The Mexican li riempiono con la crema pasticcera, ma niente, non c'è verso di far capire a questi personaggi della pagina FB (non c'ho manco provato, sappiatelo) ne agli americani  che incontro nella vita reale, che se vanno in qualche posto in Italia che non sta in Sicilia, e ordinano un cannolo, gli arriva un rotolo cavo di pasta sfoglia riempito con crema. Pare che parli di fantascienza.
Red gravy.
Sulla salsa di pomodoro ormai ho speso tante di quelle parole che ormai mi sono arresa: metteteci pure dentro quel cazzo che volete, tanto riuscite a farla sapere di qualunque cosa meno che di sugo al pomodoro.
Il pollo e la pasta.
I volatili da cortile, nella fattispecie: galline, galli e tacchini (le oche le lascio fuori per questa volta) NON VANNO ACCOPPIATI CON LA PASTA, LA PIZZA, LA FOCACCIA.
No, con pasta intendo anche GNOCCHI, PASTA FRESCA e RIPIENA.
No, vostra nonna, se era veramente italiana, vi assicuro che non ce lo metteva il pollo nel minestrone ne sulle penne per scelta.
Evidentemente, presi dalla fame ci si abituava un po' a tutto, pure al pollo sulla pasta e pure alla salsa BBQ (che è un po' una delle mie autocitazioni preferite)
Sull'Alfredo sorvolo, tanto è inutile.

16 commenti:

  1. Questa mania del pollo proprio non la capisco. Che poi, sapesse almeno di qualcosa!

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    1. Ma infatti. A me il pollo piace, ma non messo in coppa a qualsiasi altra cosa. Che palle. Almeno non cercassero di propinarmelo... e Palombaro è il portabandiera principare del pollo su qualsiasi cosa...

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    2. Avevo letto che questa cosa pare sia nata dalle "schiscette" che le bis bis bis bis bis nonne preparavano a mariti e figli. Probabilmente per comodità si metteva tutto in unico contenitore, mica come ora che abbiamo la borsetta frigo fession e i contenitori termici :D , e quindi si é diffusa la convinzione che gli italiani mangiassero pollo e pasta insieme

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    3. Come spiegazione non fa una piega, però è ora di eradicare questa credenza simil medioevale :D

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  2. Ho scoperto una cosa sulle fantomatiche "fettuccine Alfredo"!
    ESISTONO DAVVERO!
    Non sto scherzando.

    E' un piatto creato nel 1908 in una trattoria romana da un certo Alfredo Di Lello ed i suoi discendenti lo servono tuttora come signature dish nel ristorante "il Vero Alfredo" a Roma; ristorante che fu famosissimo durante gli anni della Dolce Vita ed ancora oggi popolare tra i turisti.
    A quanto pare, per qualche strano equivoco o gioco di marketing, questo piatto, specifico di un solo ristorante, nell'immaginario culinario USA è diventato un piatto nazionale Italiano! o_O !!!

    Poveri noi!

    ---Alex

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    1. La storia di Alfredo Di Lello (di cui la leggenda narra avesse preparato sta pasta per la moglie) la conosco, ma resta il fatto che, pure Alfredo Di Lello, aveva fatto una semplice pasta con burro e formaggio, non con: burro, panna, aglio, formaggio e chissà cos'altro, io è per questo che mi batto, per la verità XD Palombaro non e se fa una ragione, ma io non demordo.

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    2. Su questo hai ragione millemila volte.
      Deve essere successo quello che succede, anche qui in Italia, con qualsiasi piatto "etnico"; piano piano viene "aggiustato" a seconda dei gusti locali, vuoi appunto per venire incontro ai clienti ed offrirgli qualcosa di più rispondente alle loro aspettative (gli americani son convinti che tutti i piatti italiani abbondino d'aglio!), vuoi perché le materie prime locali non sono certo quelle originali.

      Però ripeto, succede dappertutto; un ristorante indiano in USA o Europa non servirà mai un pollo tandoori come lo mangeresti in India!

      ---Alex

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    3. Infatti questo un po' mi intristisce perchè vorrei poter assaggiare piatti etnici un po' più fedeli all'originale :( Pensa che da quando sono qui sono qui non riesco più a trovare lengua al messicano. Ho scovato un posto solo e ora ci vado sempre. Avevo chiesto perchè non avessero mai lengua sugli altri menù e la risposta era sempre che era stata tolta perchè agli americani di orgine anglossassone non piaceva e quindi non ne vendevamo mai. Mortacci loro. I mio dramma personale è che ovunque vado mi vogliono propinare o fettuccine alfredo o roba con pollo e salsa rossa come le facevano le loro nonne e a me vengono i conati hahhahahaha

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    4. STORIA DI ALFREDO DI LELIO, CREATORE DELLE “FETTUCCINE ALL’ALFREDO” (“FETTUCCINE ALFREDO”), E DELLA SUA TRADIZIONE FAMILIARE PRESSO IL RISTORANTE “IL VERO ALFREDO” (“ALFREDO DI ROMA”) IN PIAZZA AUGUSTO IMPERATORE A ROMA
      ATTENZIONE: I RISTORANTI ALFREDO ALLA SCROFA E ALFREDO’S GALLERY SONO ESTRANEI E FUORI DAL MIO BRAND

      Con riferimento al Vostro articolo ho il piacere di raccontarVi la storia di mio nonno Alfredo Di Lelio, inventore delle note "fettuccine all'Alfredo" (“Fettuccine Alfredo”).
      Alfredo Di Lelio, nato nel settembre del 1883 a Roma in Vicolo di Santa Maria in Trastevere, cominciò a lavorare fin da ragazzo nella piccola trattoria aperta da sua madre Angelina in Piazza Rosa, un piccolo slargo (scomparso intorno al 1910) che esisteva prima della costruzione della Galleria Colonna (ora Galleria Sordi).
      Il 1908 fu un anno indimenticabile per Alfredo Di Lelio: nacque, infatti, suo figlio Armando e videro contemporaneamente la luce in tale trattoria di Piazza Rosa le sue “fettuccine”, divenute poi famose in tutto il mondo. Questa trattoria è “the birthplace of fettuccine all’Alfredo”.
      Alfredo Di Lelio inventò le sue “fettuccine” per dare un ricostituente naturale, a base di burro e parmigiano, a sua moglie (e mia nonna) Ines, prostrata in seguito al parto del suo primogenito (mio padre Armando). Il piatto delle “fettuccine” fu un successo familiare prima ancora di diventare il piatto che rese noto e popolare Alfredo Di Lelio, personaggio con “i baffi all’Umberto” ed i calli alle mani a forza di mischiare le sue “fettuccine” davanti ai clienti sempre più numerosi.
      Nel 1914, a seguito della chiusura di detta trattoria per la scomparsa di Piazza Rosa dovuta alla costruzione della Galleria Colonna, Alfredo Di Lelio decise di trasferirsi in un locale in una via del centro di Roma (via della scrofa), ove aprì il suo primo ristorante che gestì fino al 1943, per poi cedere l’attività a terzi estranei alla sua famiglia.
      Ma l’assenza dalla scena gastronomica di Alfredo Di Lelio fu del tutto transitoria. Infatti nel 1950 riprese il controllo della sua tradizione familiare ed aprì, insieme al figlio Armando, il ristorante “Il Vero Alfredo” (noto all’estero anche come “Alfredo di Roma”) in Piazza Augusto Imperatore n.30 (cfr. www.ilveroalfredo.it).
      Con l’avvio del nuovo ristorante Alfredo Di Lelio ottenne un forte successo di pubblico e di clienti negli anni della “dolce vita”. Successo, che, tuttora, richiama nel ristorante un flusso continuo di turisti da ogni parte del mondo per assaggiare le famose “fettuccine all’Alfredo” al doppio burro da me servite, con l’impegno di continuare nel tempo la tradizione familiare dei miei cari maestri, nonno Alfredo, mio padre Armando e mio fratello Alfredo. In particolare le fettuccine sono servite ai clienti con 2 “posate d’oro”: una forchetta ed un cucchiaio d’oro regalati nel 1927 ad Alfredo dai due noti attori americani M. Pickford e D. Fairbanks (in segno di gratitudine per l’ospitalità).
      Desidero precisare che altri ristoranti “Alfredo” a Roma (come Alfredo alla scrofa o Alfredo’s gallery) non appartengono alla mio brand “Il Vero Alfredo”.
      Vi informo che il Ristorante “Il Vero Alfredo” è presente nell’Albo dei “Negozi Storici di Eccellenza – sezione Attività Storiche di Eccellenza” del Comune di Roma Capitale.
      Grata per la Vostra attenzione ed ospitalità nel Vostro interessante blog, cordiali saluti
      Ines Di Lelio

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    5. Toh...!
      Beh a questo punto, dopo essermi scusato per avere storpiato il cognome dei Di Lelio (non Di Lello!) mi sorge la domanda: come si pone la Signora Ines nei confronti delle inenarrabili storpiature ed affronti di cui è vittima il piatto inventato dal nonno Alfredo?

      ---Alex

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    6. Grazie Signora Ines di averci scritto la storia di come sono nate le fettuccine all'Alfredo (e anche qui pure il nome hanno storpiato...), se ripassa, la prego ci dica che anche lei non riconosce come le fettuccine di suo nonno ste cose immangiabili che ci propinano qui (tipo chicken Alfredo). Io ho discussioni frequenti con il mio compagno (non da coltelli, ma vorrei che capisse che ho ragione io, tanto per cambiare ;)) ogni volta che insorgo dicendo che ERANO AL BURRO E PARMIGIANO non creme e contro creme, trecce d'aglio da scongiuri transilvani e formaggi di cui non voglio sapere la provenienza (più chissà cos'altro) :( Lei che dice? Faccia un appello a questi americani, che le inizino a far bene. Io lo spero sempre. Saluti dall'altra parte del Mondo :)

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    7. Alex, pure io chiedo scusa di aver storpiato il nome, ma si sa, nella foga della battaglia per la protezione del cibo italico, anche questo può accadere :)

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  3. Aaah, il "galletto" anche qua insieme a pasta e pizza, nei postacci fintoitaliani.
    Cannolo (anzi, cannUolo) siciliano con la crema pasticcera? Penso che i genitori di mrT (sangue palermitano) potrebbero morire se sentissero una cosa del genere, loro che la ricotta la infilerebbero OVUNQUE

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    1. Oddio, ma chissà se l'hanno esportata dall'America sta teoria del pollo ovunque? :( Comunque si, dalle parti di Catania (dalla parte di The Mexican sono di Aci Catena) pare che ci siano versioni con crema al cioccolato e crema alla mandorla oltre a quella classica con ricotta di pecora, e dico la verità a me quelli con la crema sono pure piaciuti di più :) (ora arriva la lega del cannolo siciliano tradizionale a crivellarmi di colpi)

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    2. La mia opinione è che il cannolo alla siciliana e quelli che si trovano da altre parti in Italia siano due preparazioni che nonostante il nome in comune o simile (che in Toscana chiamiamo "dita di apostolo" oppure più grezzamente "diti") siano completamente differenti.
      Quelli siciliani hanno una pasta fritta mentre gli altri sono fatti di sfoglia e cotti in forno, per non parlare del ripieno; crema pasticciera o ricotta montata con lo zucchero.

      Non mi sorprende che in USA siano universalmente noti solo quelli siciliani visto che la gran parte degli emigrati proveniva da li e dintorni.

      Per il pollo ovunque credo sia un'americanata bell'e buona; non riescono a concepire i piatti semplici italiani e li devono "arricchire" con qualcosa d'altro, sempre nello spirito (mi ripeto, comune dappertutto nel mondo) di addomesticare i piatti etnici.

      ---Alex

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    3. Valentina sopra offriva un'ipotesi interessante sull'inizio dell'ubiquità del pollo. Comunque io sto sempre a fare la crociata (battaglie contro i mulini a vento...) per esportare la vera verità culinaria italica :D I cannoli di sfoglia li fanno in Liguria e mi mancano pure parecchio. La domenica quando si compravano le paste, Mangusta ci faceva sempre mettere due cannoli siciliani (abbiamo la pasticceria svizzera quindi sono piccolissimi) insieme alle altre, per far felice The Mexican (suo fratello più piccolo lavorava nella pasticceria, quindi li faceva bene, anche se non con la ricotta di pecora)

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