La Maledizione del Cesso Pubblico

Mi accompagna da sempre.

Si manifesta in due o tre varianti, ma tutte hanno lo stesso finale: io che me me la devo tenere fino a casa.

Ogni volta che decido di andare al cesso fuori della mura domestiche, succedono le seguenti cose:

1. l'unico esemplare del luogo è fuori uso

2. stanno lavando con un'acqua speciale che non evapora mai e quindi terranno il cesso chiuso per ore affinchè asciughi

3. qualcuno ha l'attacco di diarrea più lungo della storia o è direttamente morto dentro il cesso ed è chiuso dentro da ore.

4. ci vogliono delle monete o delle chiavi segrete per entrare e non hai nessuna delle due e nemmeno chi lo gestisce (vedi avventura nei cessi della stazione centrale di Hamburg durante la notte dell'agosto del 1999)

E poi c'è la mia variante più comune:

aspetto in fila per 30  minuti, nessuno osa bussare a quello che è morto dentro (vedi sopra). Entro io, che dietro non ho nessuno ad aspettare. Appena poggio il culo, si materializza un'ombra davanti alla porta che prima prova ad aprire e poi butta giù la porta a pugni.

E non c'è modo di fermarli perchè qui dire "occupato" non sortisce nessun effetto, oppure sono sordi dalla nascita.

Infine, la mia preferita è il cesso con la porta che non si chiude.

Al liceo ero campionessa di pisciata su una gamba sola, in equilibrio sui cessi alla turca moderni, dove se cadi ti spacchi il malleolo, alla meglio.

Una vita demmerda, insomma, per rimanere in tema.