martedì 24 gennaio 2012

Pools of sorrow waves of joy...

... are drifting through my open mind
Possessing and caressing me...


La vita è proprio così. Almeno la mia. Ma credo anche quella degli altri.
Un giorno sono felice e serena, poi qualcosa succede, e l'umore cambia... poi la gioia ritorna e ricomincia il ciclo. Un po' come se ci fossero tante stagioni dell'umore.
Ricominciare a scrivere un blog mi ha fatto sicuramente un mondo di bene. E' terapeutico per molte ragioni. Mi permette di esprimermi publicamente, ma davanti ad un pubblico che mi legge per scelta e senza pregiudizi, e mi permette di conoscere ed esplorare i pensieri di altre persone, con cui ho qualcosa in comune. 
Stasera avevo scritto un post incazzoso, ce l'ho a morte con la vernice che uso a lavoro (ma che gli avrò mai fatto io al Sig. Gumvar?!), ma poi ho pensato che non era il caso di pubblicarlo. Perchè oggi non è stata una brutta giornata. Ci sono stati degli imprevisti, ma ci sono state anche molte cose piacevoli e per una volta, vorrei far vincere la positività ispiratami dalle seconde.
L'ultimo post di Basilico&Ketchup mi ha fatto molto riflettere. Ha decisamente rimestato delle emozioni che avevo riposto in qualche angolo remoto della memoria, che avevo paura di andare a cercare. Ora sono li. Le ho riviste. Non erano terribili, anche se, quando le ho vissute, mi hanno lacerata. Nella vita tutti facciamo delle scelte, e poi ci chiediamo se siano state le scelte giuste o sbagliate. Personalmente, io mi pongo questa domanda quotidianamente. A volte mi sento in colpa per essere emigrata, altre penso che sia stata la decisione migliore che abbia mai preso in vita mia. Poi vedo delle foto della California  e il mio cuore perde un battito, trattengo il fiato e mi chiedo: ho fatto la cosa giusta? Se fossi rimasta la come sarebbe andata a finire? Per fortuna il tutto dura un paio di secondi, perchè la mia parte razionale, anche se estremamente atrofizzata, in questi anni ha imparato a funzionare al momento opportuno. 
Ogni tanto penso a Sliding Doors e mi chiedo dove sarei ora se, quel giorno di novembre del 2005 non mi fossi ricordata all'ultimo minuto di mandare la domanda per la lotteria...
Ritengo che sia comunque meglio rimpiagere di aver fatto una cosa piuttosto che rimpiangere di non averla fatta. " Hey, you know everything happens for the best. You never know if you'll never try". 
E voi vi ponete di questi quesiti?

18 commenti:

  1. Oh mamma, mo' mi sento in colpa...non e; che ho fatto un danno scrivendo QUEL post-accio??? :O

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  2. no no figurati! Hai fatto bene a scrivere quello che ti sentivi. E' giusto ogni tanto fare un post riflessivo, specialmente per me, che scrivo sempre minchiate senza fine :)

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    1. Ma dai! Perche' dici cosi? Non sono minchiate! ;)

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  3. Io sono lunatica, bipolare e gemelloica. Non mi piace fare delle scelte. Fosse per me viaggerei in un doppio binario. Ma le scelte vanno fatte e ho imparato a non essere istintiva. Io mi fermo e rifletto tanto. Non ho rimpianti e non tornerei mai indietro. Però mi sarebbe piaciuto vedere che sarebbe successo se, tanti anni fa, avessi accettato un lavoro che invece ho rifiutato

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    1. Quindi mi dici che crescendo si riesce a cambiare un pochino? Effettivamente sono meno impulsiva di 10 anni fa, ma ancora mi sembra di buttarmi sempre a fare delle cose che sono l'equivalente di fare free climbing senza protezioni su una parete a specchio e dire: -bè dai che c'è l'1% di possibilità si non cadere e sfracellarsi, quindi non è pericoloso!" :)

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  4. è un continuo cercare di restare in equilibrio tra strade prese e perse!
    e credo che noi siamo proprio i meno adatti a dire a posteriori se quella scelta andava fatta o no, perché lo giudicheremmo sempre con un punto di vista distorto da quello che siamo diventati in seguito a quel momento "fatale". l'importante secondo me è fare, muoversi, vivere, lanciarsi, aprirsi un varco nella giungla, sperando che un po' di fortuna ci assista, e possibilmente seguendo la nostra libertà di sentire :)

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    1. Hai perfettamente ragione. So di per certo che sarei morta dentro se fossi rimasta nella mia città, non perchè sia brutta, anzi, ho pure tutti i miei affetti li, e mi manca. Ma ho qualcosa dentro, non so come spiegare, devo sempre andare, andare, andare. Un po' come la madre in Chocolat. Sarò d'origine zingare pure io?! Non credo visto che sta cosa d'andare mia mamma proprio non ce l'ha e nemmeno le sue sorelle... Certo che però in sta giungla ce ne sono di serpi e belve eh? :)

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    2. Si', ma non saranno quelle a fermarci :)

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  5. Non so cosa scateni questa voglia di partire, ma quando arriva, arriva! La mia credo sia iniziata con l'amore irrefrenabile per la lingua inglese, poi in seguito resa ancora piu' forte dalla voglia di conoscere gente di culture diverse, ecc..
    Posso dire di aver frenato questa voglia di partire per anni, accontentandomi inizialmente da piccoli viaggi di 3/4 settimane con corsi intensivi di lingua, poi non mi sono piu' bastati... ho mollato un lavoro a tempo indeterminato e via!
    Io sono sempre stata il contrario di impulsiva, ho sempre rimuginato sulle cose over and over..... crescendo, ho imparato ad essere un po' meno rigida con me stessa. Infatti l'anno scorso, ho fatto questa "pazzia" di andare a trovare per 3 mesi questo ragazzo (ora mio ragazzo) in Alaska (avevamo passato insieme si e no una settimana a dicembre 2010): cosa che NON avrei mai fatto nella mia "vecchia me"! Ma sono glad di come sono diventata!
    Penso anch'io a come sarebbe stata la mia vita se non fossi partita... hmmm non credo ci sarebbe stata, probabilmente sarei partita comunque, magari 1 anno dopo ma sarei partita!!
    Nonostante a volte sia stato, e lo e' ancora, difficile... non e' facile essere lontani dai propri cari, il non poter andare spontaneamente a trovarli quando viene voglia di un abbraccio o di una giornata mamma/figlia.... ma non rimpiango quel giorno!
    Presto mi "sradichero'" ancora una volta per raggiungere il mio uomo, so gia' che non sara' facile... so gia' che avro' momenti di debolezza in cui vorro' tornare in un posto a me famigliare.. non conosco nessuno oltre lui la'.. ma spero di farcela e di poter ricreare il mio piccolo mondo in un posto nuovo!

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    1. Secondo me, se sei una girovaga di natura, ti adatterai anche all'Alaska. Il fatto di sapere già che l'inizio è difficile, secondo me, è iniziare col piede giusto. Ci sono molte persone che partono e vanno pensando che sarà da subito una passeggiata di salute. A volte capita che vada tutto a gonfie vele, specialemente se si hanno già degli amici, o se si va per studiare e si conoscono persone più facilmente, ma il più delle volte, l'emigrato fatica un po' ad integrarsi. Alla fine mi fa stare bene essere riuscita a stabilirmi qui, sentirmi a casa. Credo che mi abbia fatto crescere moltissimo, anche se non abbastanza a giudicare dal mio abbigliamento ;)

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  6. anch'io penso spesso alle occasioni perse, alle scelte che ho fatto. ma poi guardo dove sono ora e mi rendo conto che sono esattamente dove voglio essere. per il resto non si può avere tutto dalla vita, purtroppo!

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    1. vero! come dice il proverbio"chi troppo vuole, nulla stringe" Sono felice dove sono... almeno per il momento :)

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  7. noooo mi ha cancellato il messaggio :(
    posso dirlo? odio la parola di controllo

    poi riscrivo
    in tanto buona notte

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    1. nuoooooo! Maledetta parola di controllo! Mortacci sua! anche io la dislike profondamente, ora vedi che la tolgo se riesco a capire come si fa...

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  8. io mi domando dove sarei adesso se a settembre 2004 non avessi deciso di andare via. Insomma, io sono contenta dell'esperienza all'estero, crdo che tutti dovrebbero farla, ma dopo otto anni e mezzo ne ho le palle piene! eppure ora pare difficilissimo schiodarsi da qui. chissa' perche'.
    valeriascrive

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    1. é vero, tutti dovrebbero provare perchè ti cambia. So che non sarei la stessa se non fossi andata prima in Dk e qui poi. Avevo come progetto quello di tornare in Europa dopo la cittadinanza. Ancora non l'ho ottenuta, ma non so se me ne andrò così presto da qui. Alla fine ho due "case"e non ho ancora capito bene in quale delle due voglio vivere. Più passa il tempo e più diventerà complicato decidere... forse finirò in qualche angolo d'Oceania, come si dice: tra i due litiganti...

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