venerdì 31 luglio 2015

Forse la bistecca di ieri era dopata...

Ieri sera volevo fermarmi ad un supermercato della semi-umiltè vicino a lavoro, ma proprio mentre zampettavo verso l'entrata, ho visto avvicinarsi un controsoffitto di nuvole grigio topo, e poi ha iniziato a piovigginare. Niente, ho accantonato l'idea del supermercato per correre a casa in bici prima che mi venisse giù sulla testa un'altra tempesta tropicale. 
Comunque mangiare devo, visto che il frigo piangeva miseria, mi sono dovuta recare alla food coop, dove con la vendita di organi al mercato nero, ci si può permettere di riempire un carrello di quelli piccoli.
Avevo fame, quindi era proprio il momento sbagliato per fare la spesa, ciò nonostante sono riuscita a limitarmi e a spendere SOLO 59 dollari (dopo coupons e sconto socio).
Di questi 59 dollari, 16 erano per una rib eye stake di brontosauro.
Non compro mai bistecche, ma ieri non avevano altro, quindi mi sono arresa.
Devo dire che è venuta anche buona, un miracolo.
Però adesso mi chiedo se la mia super organic no antibiotics no homones grassfed humanly raised meat non fosse dopata, infatti, dopo averla mangiata e digerita, m'è partito quel safety device che protegge tutti i liguri dallo spendere soldi e ho cominciato a comprare TUTTO quello che vedevo.
Da mezzanotte a mezzogiorno ho speso credo 200 dollari, più 62 di una gift card che avevo ricevuto per il compleanno.
Che ho comprato?!
Vestiti.
E un paio di scarpe.
Altra cosa che non è da me perchè non compro mai ne vestiti ne scarpe a meno che non sia ridotta a vestirmi con un sacco della spazzatura e scarpe tenute insieme con lo scotch.
Invece boh, non so cosa mi sia preso, ho fatto un giro della morte su tutti i miei siti preferiti e ho comprato tutto quello che era in offerta (vedi che forse un po' del safety device non è stato crackato dalla bistecca dopata) che mi piaceva.
Bon, adesso aspettiamo fiduciosi che arrivi tutto sano e salvo. Intanto continuerò a cercare di perdere qualche kilo visto che nei vestiti dell'anno scorso non c'entro più, qui andiamo a finire che avrò dinuovo un armadio con 3 taglie diverse di cui di due non so cosa farmene.

mercoledì 29 luglio 2015

A Ruota Libera

Dopo aver scritto il post di ieri dove l'ho citata, mi sono resa conto che non ho mai parlato di A Ruota Libera.
A Ruota Libera è una compatriota che vive nel quartiere adiacente al mio, l'ho conosciuta circa 3 anni fa tramite il gruppo di espatriate italiane che frequento.
Tra me e A Ruota Libera ci sono molti anni di differenza, credo più di 30, ma se li porta molto bene.
Qualcuno potrebbe pensare che dimostra l'età che ha perchè è un po' smemorata, invece no: tramite i suoi racconti ho scoperto che era così pure a 20 anni.
Dopo aver ascoltato un gran numero di storie del suo passato, le ho suggerito di scrivere un libro.
Vi riassumo brevemente (la storia completa ha richiesto almeno 50 ore di conversazione durante gli ultimi 3 anni, ve la risparmio nonostante sia molto interessante ed anche un po' ai confini della realtà):
A Ruota Libera nasce a Roma, ha una sorella con cui condivide un legame di amoreodio che vive da 40 anni in Germania ed un fratello con cui va d'accordo che ha fatto soldi a palate e ora ha almeno 4 casa sparse in giro per l'Europa (magari ne ha di più e io ho perso il conto mentre cercavo di tenere il filo della conversazione durata 3 anni...).
A un'età imprecisata ma che si aggira attorno ai 20 anni, vince un concorso per lavorare alla camera dei deputati (a far cosa non l'ho ancora capito).
Qui, seguendo poi quello che è un po' il suo argomento principe nonchè scusa per l'indulgenza plenaria preferita, si innamora di un collega che però non la caga per vari motivi. Siccome (eccola la scusa per l'indulgenza) lei è sempre e solo alla ricerca di amore, decide di trombarsi l'altro collega che non le piace ed è pure sposato. Non potendo più sfuggire alle richieste pressanti di quest'ultimo decide di buttare nel cesso il lavoro alla camera dei deputati e di licenziarsi.
Passa un po' di tempo (non tanto mi pare) e partecipa ad un altro concorso per lavorare al Senato, vince pure quello.
Lavorando al Senato mette da parte un sacco di soldi, si compra una macchina e comincia a vivere un periodo di dolce vita nel suo monolocale vicino a Piazza Navona.
Nel mentre la madre si ammala. 
Anche al Senato inizia un'altra relazione con un collega sposato, che lei dice vedere come una figura paterna.
Non andando per niente d'accordo con il padrepadrone, una volta che la madre viene a mancare decide di tagliare i ponti e di partire in macchina verso la Germania, non per andare a trovare sua sorella, ma per andare a piagare alcuni dei tedeschi che si era scopata nelle estati precendenti mentre erano in vacanza in Italia.
Prende tutte le sue cose e va a regalarle agli zingari (che m'ha detto che la guardavano come se fosse pazza), tiene solo una coperta di pelliccia dono della madre.
Da li va avanti e indietro in macchina, su e giù per l'Europa, praticamente facendo couch surfing da amici e amici di amici. Finchè non fa un incidente in macchina proprio il giorno dopo che le è scaduta l'assicurazione. Perde per sempre la macchina e con lei anche la coperta di pelliccia unico ricordo della madre.
Tra le varie tresche che vi risparmio, finisce con l'andare a Londra una volta capito che con l'amore di turno germanico non ci sono storie. Da Londra parte con un amico e va in Thailandia. L'amico scompare dai racconti perchè va per conto suo e lei inizia a girovagare da sola. Notare che saranno gli anni '70 a questo punto.
In Thailandia si perde mentre viaggia su un autobus, scende in una città a cazzo al tramonto. Cerca un albergo che non trova e rifiuta l'ospitalità di una negoziante. Finisce ad affittare la camera in un bordello (dalla descrizione così ho dedotto), viene avvicinata da una ragazza che lei segue fiduciosa e che invece la porta a perdere in campagna e la lascia alla mercè di due protettori. 
Non mi ricordo come ne esce viva, ma tornata al bordello scopre che le hanno rubato tutti i soldi ed i documenti.
Vivendo di carità ed autostop arriva alla capitale dove si fionda al consolato, dove la prendono di nuovo per pazza. Per fortuna si ricorda di avere ancora il tesserino del lavoro al Senato e sventolando quello riesce a riavere documenti e tutti i soldi che aveva sotto forma di travel cheques.
A questo punto il suo viaggio di un anno continua con lei che va in India. All'ostello fa amicizia col proprietario che la porta a bere una birra in riva al mare. Lei fa il bagno nuda e ubriaca, non si accorge che la marea si è alzata e le ha portato via lo zaino ed i vestiti.
In preda al panico inizia a cercare lo zaino e trova soldi e documenti ma non i vestiti. Questa parte del racconto finisce con lei che fa autostop coperta da un brandello di vestiario.
Sopravvissuta pure all'India va in Nepal e poi in Cina.
Ritorna non so come in Europa e decide di andare a vivere in una Comune in Belgio. Forse prima era in una Comune in Francia, ma non posso giurarlo perchè pure io inizio a perdere colpi con la memoria. 
Tutte le storie sono ricche si sordidi incontri che però vi risparmio.
Nella Comune conosce suo marito e padre di sua figlia. Dopo essere rimasta incinta decidono di tornare nel Paese di lui, ed è così che arriva nel New England, dove rimane per qualche anno finchè non si rompe i coglioni e decide che vuole vivere a New Orleans.
Insomma, tra mille problemi di soldi e di famiglia decide comunque di rimanere qui, anche da sola. Infine i due divorziano, la figlia credo che sia cresciuta principalmente col padre, ma mi potrei sbagliare anche su questo.
Ad un certo punto cerca di tornare in Italia, ma dopo due anni di rimpatrio desiste e ritorna a New Orleans.
Qui conosce un musicista per cui perde la testa e con cui sta per 9 anni tra corna e ripicche.
Infine, dopo altre relazioni ed incontri più o meno lunghi, decide che vuole stare da sola. 
Io l'ho conosciuta quando era già nella fase pace dei sensi. Adesso è una fotografa d'assalto di scorci cittadini, cieli e piante.
Tutte queste storie non potevo non condividerle con qualcuno.

martedì 28 luglio 2015

Pazienza sotto ZERO

Avevo pensato di fare un post sugli anni '80, poi avevo pensato di fare un post sulla mini fuga al mare, poi, invece, sono arrivata a casa cotta come un'aragosta ed ho trovato una bella sorpresa di merda ad attendermi, e allora il post lo faccio su quello.

Questo è un sottopost della categoria ViviviviviVicinidicaasaaaaaaaa. Ne avrei talmente tante da scrivere su quello che combinano quei due che ci vorrebbe un mese per scrivere tutto.

Invece mi limiterò a sfogarmi per ieri/oggi.

I vicini di casa se ne sono andati in vacanza per un mese e mezzo lei e per uno lui.
Mi hanno lasciato come sempre l'incombenza di dargli un occhio all'appartamento, annaffiare le piante e tenere d'occhio le due auto.

Detto così non pare abbiano chiesto molto, no?

Vero.
Peccato che:
-l'appartamento ha un mega allarme antifurto, così difficile da spegnere in caso impazzisca (ed è impazzito in passato) che ci vuole un corso al college per imparare come si fa.
-le piante (che non hanno mai avuto e quindi me le lasciano mezze morte da resuscitare in vasi-palude senza buchi o in vasi-deserto senza terra) sono messe nei posti più scomodi del mondo da annaffiare e sono anche sempre ad un passo dalla morte (di cui non vorrei essere accusata visto che le mie stanno benissimo)
-le due auto devono essere al centro perenne della mia attenzione in caso siano da spostare per via di hollywood che filma o di qualche lavoro stradale... ah si, anche nel caso che spariscano per furto.
-la loro cassetta postale è insvuotabile e richiede di avere la chiave dietro (per tutte le altre basta aprire il coperchio in questo condominio...) e io sta cazzo di chiavetta la lascio sempre a casa.

Insomma, praticamente divento il loro custode, devo pure togliere il giornale che gli lanciano sul balcone. 

Loro non sono stati proprio il massimo della simpatia ne con me ne con Palombaro nell'ultimo anno, ma questo richiederebbe un'altro post. Invece parliamo un po' di questo fine settimana. Perchè domenica avevo deciso che sarei andata finalmente al mare, visto che in Liguria anche quest'anno niente.
Per primissima cosa, appena il mio corpo ha capito che stavo per andare al mare, mi è venuto immediatamente il ciclo. Con crampi. E malinconoia alla Masini.
Poi, l'acquedotto di New Orleans, ha deciso prima che nell'acqua c'era l'ameba mangia cervella, poi, giusto per far scendere un pelino l'ansia, ha deciso di perdere pressione nei tubi (qualcuno s'è addormentato...) e si sono dimenticati di farcelo sapere per 7 ore. Dopo che l'intera città s'era sciacquata il gargarozzo e ingurgitata 2 galloni d'acqua (che qui 40 gradi ci sono da 2 mesi già alle 8 del mattino), ha detto "alto là, l'acqua non s'ha da usare se prima non la bollite".
Grazie.
Questa non è una novità di questo fine settimana, un paio di volte l'anno abbiamo il mandato di bollire l'acqua (che viene direttamente dal Mississippi) proprio come nel terzo mondo. Anche questa volta tutto questo è durato per due giorni.
Non so se abbiate mai provato a bollire dell'acqua per farla raffreddare in una città a 40 gradi, per poi filtrarla e berla. Ci vogliono almeno 3 ore. Se hai sete puoi anche morire.
Io ho bollito quella da bere, ma per tutto il resto ho usato quella che usciva dalle tubature: tanto acqua del Mississippi sei e acqua del Mississippi ritornerai, e visto che già era a rischio per 7 ore prima che me lo dicessero... Non so se mi sono spiegata.

Ma arriviamo a ieri, il fine settimana facciamo che è andato bene a parte la mega scottatura nonostante la protezione 100.
A Ruota Libera (l'amica italiana con cui ero andata al mare), parcheggia per farmi scendere. Appena si ferma noto subito un mega foglio giallo sgargiante appiccicato al parabrezza della macchina di vicina.
Leggo: la macchina è abbandonata, avete 5 giorni per spostarla, poi so' cazzi perchè ve la prendiamo e vendiamo all'asta. Ciao Belli, The City of New Orleans.
Leggo di nuovo.
Inizia il panico.
Il 27 era l'ultimo giorno utile per spostarla.
Ma come è possibile che io non abbia visto sto foglio giallo sgargiante che guardo la macchina ogni santo giorno?! Ma poi: abbandonata de che?!
Insomma, io che volevo solo morire nel letto dopo essermi fatta una doccia, ho dovuto invece chiamare mille numeri che non hanno risposto, cercare il vicino a 8 ore di fuso orario di distanza e infine cercare un parcheggio per la macchina (chiaramente non c'era un buco a pagarlo oro).
Vorrei anche aggiungere che non guido da 6 anni. Guidare la macchina di due rompicoglioni OCD per la prima volta di notte a New Orleans, bè, non era entusiasmante per nulla. Sulla voglia di fare un parcheggio parallelo voglio sorvolare.
Niente, alla fine, saltando cena e doccia, sono riuscita a spostarla. 
Stamattina, dopo una notte insonne a pensare : masaròa20piedidallangolo?!Maquantocazzosono20piedi...?! Vicino risponde alle mie 3 email dicendomi che si, avrebbe voluto che chiamassi io il numero del car pound che lui non può (lui può TUTTO solo quando deve rompere i coglioni a me, però per questo non poteva).
Io sveglia dalle sei, ancora a pensare a quanto saranno ad occhio sti 20 piedi, arrivo finalmente alle 8 e chiamo subito il numero sull'avviso. La signora, chiaramente afro americana, mi borbotta che mo' so cazzi, che non serviva a niente spostarla perchè per eliminare il problema che la portino via bisogna guidarla fino al pound e mostrare prova che cazzi e mazzi siano in regola (che lo so che lo sono perchè appartiente a due OCD).
Insomma, dopo mille botte e risposte Vicino la fa venire a predere dall'amico che l'occulterà nel suo giardino finchè Vicino non torna.
Finito di consegnare le chiavi, sono svenuta nel letto in preda ai dolori da ustione di secondo grado.
Ah, in caso voi steste morendo dalla curiosità del perchè solo questa macchina sia stata minacciata dal carroattrezzi: non era parcheggiata irregolarmente, non aveva niente di scaduto, non era un pericolo per nessuno. Ma pare che la legge dica che non può stare ferma in un punto per più di 24 ore (ci sono macchine qui che stanno ferme mesi), ma nessuno mai se l'è vista portare via a meno che un vicino bastardo non allerti la città dicendo che la macchina è abbandonata.
Ora, i miei vicini, questo un po' se lo meritavano karmicamente visto quanto rompono i coglioni a chiunque, peccato che invece sia finito sul groppone a me.

mercoledì 22 luglio 2015

Rosse si nasce, ma soprattutto... si diventa.

Niente è che la mia amica Dylan ha sempre ragione.
Ai tempi in cui Mordiroccia si era insediata nella vita dello Chef, avevo iniziato a notare una metamorfosi: da uoma aspirante lanciatrice di martello platinata con lunghezza sotto le orecchie, si stava piano piano semi feminilizzando, adottando... il mio stile.
Ricordo di averne parlato al telefono con la Dylan diverse volte, tra i mille pipponi che quella santa si sorbiva, ad un certo punto, dopo il mio commento "ora ha anche il grembiule a pois" (per chi non lo sapesse io sfoggio numerosi capi a pois stile retrò), mi disse: -guarda che un giorno o l'altro scendi e la vedi che s'è fatta rossa."
Insomma che Mordiroccia dopo qualche mese a vedermi passare con in testa victory rolls e trucco anny '50,  ha deciso di provare anche lei (con non molta abilità...).
Poi l'ho un po' persa di vista, e mi è rispuntata in una foto facebookiana con victory rolls, capello della mia lunghezza al tempo, e vestita retrò pure lei.
Ieri m'è capitata sott'occhio un'altra foto.
Da inossidabile Platinette (si sono una stronza, ma intendo anche il personaggio televisivo), ora è ROSSA.
Per fortuna ha deciso di migrare all'indietro, ed è tornata da dove è venuta. 

Rendiamo grazie.

Ma questa non  è la prima volta che ispiro la rossitudine (nonchè lo stile). A parte Mordiroccia, anche la tossica con cui il mio ex mi ha cornificato a livelli da premio, era passata da gutter punk testa nera mezza rasata e tatuata, a capello rosso tagliato alla mia lunghezza, victory rolls (anche li eseguiti un po' alla cazzo di cane) e abbigliamento anni '50.
Adesso, che si sono lasciati, ho visto che è dinuovo gutterpunk testa nera mezza rasata. Pure questa s'è tolta dal cazzo.

Rendiamo grazie nuovamente.

Ho poi avuto l'episodio di una che era dal parrucchiere per fare non so cosa, ma dopo avermi vista fresca di tinta, s'è fatta rilavare e s'è fatta pure lei rossa.
Niente, sto colore miete vittime.
Ne ho altre storie, ma non vi voglio tediare.
Il fatto è che di tutte queste, l'unica che era rossa, ha ispirato, ed è rimasta della medesima tinta, sono io.
Perchè il rosso non è mica un colore normale, no: il rosso è un royal pain in the ass.
Quando ero bionda, nera, castana e chissà di quale altro colore, non dovevo stargli tanto dietro ai capelli, tinta una volta ogni tanto, quando mi sembravo proprio sbiadita o quando avevo la super ricrescita.
Il rosso no. Il rosso non transige. Se non sei li una volta al mese a ritoccare, mortacci tua, te la fara pagare carisssssssssssima.
Passi da essere di un colore meraviglioso a sembrare una crackhead whore che s'è rovesciata una bottiglia d'olio in testa con extension di 15 toni più chiare che paiono la coda di una volpe morta in un deserto da almeno 2 mesi.
Insomma che non tutte possono essere finte rosse, bisogna averci una certa tenacia.
Delle pettinature vintage non c'è manco da spiegarlo perchè molte demordano: basta alzarsi il giorno  dopo nessersene fatta una per uscire e mettersi una mano nei capelli  per capirlo.

martedì 21 luglio 2015

Dei selfie e dell'autostima

A parte che a me la parola "selfie" sta grandemente sul culo, vorrei esporre le mie cogitazioni al riguardo.
Ieri sono capitata per caso a leggere un articolo che recensiva il ristorante dove lavora una che non sopporto (si la reggo proprio male perchè è la tossica dell'altro post). L'articolo, che non ho letto per intero, aveva una foto gigante del bancone con dietro una sagoma pelle ossa, capelli a puttane con taglio da albanese anni '90 e testa rasata da un lato. Faccia da ebete tipica delle foto destinate ad essere viste da tutti.
E da li, ho iniziato a pensare: certo che se di questa io avessi visto solo le sue foto del profilo di FB, mai l'avrei riconosciuta  manco a vederla a 10 cm di distanza!
N.B. che io purtroppo l'ho vista mille volte a 10 cm di distanza ed è molto più simile alla sagoma dietro al bancone che non all'aspirante  suicide girl dei suoi selfie. Anzi, a quella dei selfie, che comunque non è una figa, non c'assomiglia un cazzo. Photoshoppaggio selvaggio.
Allora ho iniziato a pensare che forse, pure a me la gente non riconoscerebbe.
Le mie foto belle, sono giusto venute bene, mi piace aggiustare i colori, ma non aggiusto le forme (anche perchè non lo so fare, ammettiamo questa mia ignoranza :D).
Io vengo sempre male in tutte le foto che non mi faccio da sola. Non so perchè. Nella storia ci saranno state 4 foto fatte da altri in cui sono venuta bene. Vengo così male che persino chi mi fa la foto mi dice: "ma cazzo, perchè è venuta così male, stavi così bene!". E chi lo sa perchè è venuta così male? Io ho sue teorie: 
1. sono io che cambio espressione perchè sapere che qualcuno mi fa una foto mi mette in soggezione e quindi contraggo la bocca e perdo il controllo degli occhi come Carletto il Camaleonte dei sofficini
2. in realtà sono un cesso anche nei secondi precedenti alla foto, ma la mia personalità meravigliosa (bhuahahahahah) mi fa apparire bellissima agli occhi degli amici, ma non a quelli meccanici delle macchine fotografiche, e quindi esco cesso.
Ci sono giorni che propendo più per la seconda (ecco il momento dell'aneddoto), ad esempio anni fa mi contattò un couchsurfer che non potevo ospitare perchè avevo  già una pazza australiana che mi dormiva sul divano.
Purtroppo non ero riuscita a scollarmelo del tutto (non pareva troppo raccomandabile) e aveva voluto incontrarci in centro.
Io mi ero premurata di fargli una descrizione di come ero vestita, visto che la foto era di un anno prima e non avevo più i capelli neri, ma rossicci. Lui mi zittii varie volte dicendomi che mi avrebbe riconosciuto ovunque...
Infatti arrivò al luogo dell'incontro e andò dritto verso la pazza (che era bionda e sarebbe potuta sembrare me solo se avesse fatto 10 operazione chirurgiche alle ossa del volto) credendo che fossi io.
La pazza, inorridita da questo gigante dai capelli infeltriti, si scansò e gli fece cenno che forse cercava me.
Ecco. Quel momento in cui Gigante Infeltrito mi vide è rimasto impresso  nella mia memoria.
Mi guarda disgustato e incredulo e mi dice: " avevi proprio ragione a dirmi che sei cambiata dalla foto, ma di quand'era? 10 anni fa? Non c'assomigli per niente (faccia super delusa).
A parte che era dell'anno prima e vaffanculo, grazie per avermi detto che sono un cesso.
Quindi ora mi domando come sono veramente, visto che non si può fare affidamento su quello che si vede nelle foto (e certi giorni spero pure a quello che si vede nello specchio... tipo oggi : occhiaia mia portami via).
Infine vorrei lanciare un appello (cosa fatta pure su fb anni fa) a tutti quelli che tirano fuori il loro blue steel al momento della foto e non lo fanno per prendere per il culo Derek Zoolander: può essere che abbiate una o due foto dove siete in posa o con la bocca a culo (e qui sono colpevole pure io) o con la bocca a becco di papera, ma non potete farvi tutte le foto così, non ci crede nessuno che sia la vostra espressione perenne, a meno che non abbiate dei seri problemi di contrazione e rilascio muscolare. Mostrateli sti denti, fatemelo un cazzo di sorriso ogni tanto.


domenica 19 luglio 2015

Culi Comodi (polemica a gratis)

Gli americani sono rinomati per essere degli stacanovisti sul lavoro. Fuori dal lavoro sempre super attivi, mai fermi un attimo, così attivi che a me fanno venire l'affanno solo a vederli.
Io sono al versione umana di un bradipo.
Però, anche nella mia lentezza, che a qualcuno parrà esasperante, IO faccio sempre tutto quello che devo fare. A volte (molte) faccio pure quello che dovrebbero fare gli altri.
Perchè un'altra dote degli americani (sia quelli che non si fermano un attimo sia quelli che non combinano un cazzo da mane a sera) è quella di dire e pensare di non avere tempo per fare nulla.
Il mese scorso era il mio compleanno. Purtroppo, visto quello che era successo l'anno scorso, ammetto di non averlo aspettato con ansia come faccio di solito.
Ogni anno vado a cena fuori il giorno del compleanno. È noto al mondo che non tutti gli anni i compleanni cadano nel fine settimana, quindi non sempre si può far tardi, ma alla cena tutti di solito riescono a venire. 
Tutti, a meno che non lavorino di sera. I miei amici sono quasi tutti baristi e quindi ci sono una o due sere al massimo in cui possono andare a cena.
Per ANNI io sono andata alle cene di tutti, ho sborsato centinaia di dollari in ristoranti costosi che erano stati scelti dal festeggiato.
La tradizione vuole che qualcuno prenoti per il festeggiato. Sta tradizione vale per tutti tranne che per me. I miei amici non hanno MAI prenotato per me, questo mi ha sempre messo in una posizione scomoda. Infatti è impossibile prenotare tavoli molto grandi in molti ristoranti, contando poi che gli americani non sanno mai dirti con un anticipo maggiore di 3 giorni se ci saranno oppure no, mi ritrovo sempre a dover scegliere chi saranno i 10 invitati. Così qualcuno rimane sempre fuori, e mi sono già finite un paio di amicizie per questa storia.
Io che odio parlare al telefono e che sono l'unica che lavora durante il giorno, l'unica non madre lingua, io devo prenotare sempre, qualunque occasione, per chiunque.
Questo compleanno non ha fatto eccezione, non fosse che, cadendo di martedì, sapevo che avrei finalmente potuto invitare tutti gli amici baristi, visto che tutti avevano il martedì libero.
Siccome l'importante per me era la compagnia, ho scelto di andare al vietnamita, cucina che amo e che ha un prezzo molto modico, così che anche chi era in ristrettezze potesse venire.
Chiaramente non andava bene, perchè nessuno ama il vietnamita. Allora mi è stato proposto il koreano. A me davvero va bene tutto. Il problema era che non è proprio raggiungibile senza auto, ma ci siamo organizzati e siamo arrivati tutti.
Quattro o cinque persone mi hanno portato dei biglietti di auguri che ho apprezzato molto. 3 persone erano in ritardo, una di 40 minuti. Solo due persone mi hanno fatto il regalo, che non mi aspettavo e mi ha fatto piacere. Purtroppo siamo stati messi in due tavoli separati e questo mi ha creato parecchio disagio, così speravo di rifarmi nel dopocena.
La parte preferita del mio compleanno è uscire a bere.
Inutile dirvi che non solo non sono andata in un locale scelto da me per cena, ma neanche a bere. Come sempre l'essere accomodante mi si è rivoltato contro. Tina ha pagato un giro a tutti (chissà perchè) e poi tutti di corsa a casa. Erano le 9 e mezza, non le 2 del mattino.
Ribadisco che questi amici vivono di sera perchè lavorano di sera. Tipo che a cena non si può andare prima delle 8:30 perchè è troppo presto (alle 10 la cucina chiude e tutti ci odiano).
Quando tutti hanno iniziato a togliere le tende, la pesona con cui ero in macchina mi ha detto che sarebbe andato a casa. Io gli ho detto di non preoccuparsi che avrei preso un taxi perchè era il mio compleanno e volevo stare fuori ancora un po'.
Tina, Coda e l'amica aggiuntasi dopo la cena sono rimasti, rendendosi conto che mai nella storia sono andati a casa alle 21:30. Il resto del compleanno, nonostante non sia andata in nessuno dei locali che amo, è andato molto bene, come dimostrato dalla colossale perdita di sensi avvenuta appena varcata la soglia di casa.
Questa settimana c'erano altri due compleanni. In entrambe in casi Tina ha voluto comprare sia un biglietto (e qui sono d'accordo) sia una gift card (che io avrei comprato solo per uno dei due ad essere sincera).
Ieri dovevamo andare alla festa di uno dei due, cosa che si sapeva da almeno due settimane.
Venerdì sera Tina mi dice se posso passare a prendere un biglietto e una gift card al drugstore. Io che sto cercando di arrivare a casa nonostante i lavori in corso e gli autobus che non funzionano le faccio presente che non ce l'avrei fatta perchè non passavo davanti a nessun drugstore per andare a casa.
Lei mi dice che provava a passare dopo lavoro (non so perchè non prima visto che non andava a lavoro fino alle 20 e aveva 3 ore per andare o a quello di fianco a casa sua o ad uno dei tre di fianco al suo lavoro).
Le chiedo di farmi sapere se riesce a prendere sto biglietto.
La mattina dopo ancora tutto tace.
Per andare alla festa bisognava arrivare nel  lower garden district a due isolati da casa di Tina e a 60 dalla mia, dove ci sarebbe stato un autobus privato che ci avrebbe portato alla festa che era ad un'ora da New Orleans.
Mentre mi preparavo, le mando un messaggio per sapere di sto cazzo di biglietto, in caso l'avesse preso.
Lei mi dice di no e poi mi dice, se posso prenderlo io.
IO che devo: prendere la bici, andare in banca, andare a parcheggiare la bici davanti al bar per diminutire le possibilità che me la rubino, correre per 6 isolati a 40 gradi per andare a prendere l'autobus.
Lei ha un drugstore a 4 isolati e due ore e mezza di tempo.
Chi l'ha comprato il biglietto?
Alla fine della serata, dopo essere tornati in città, mi dice che lei voleva comunque uscire. Le faccio presente che dovevo andare a prendere la bici e lei mi dice che comunque voleva venire al pub dove l'avevo parcheggiata.
Sapete come è finita? Io sono andata al bar ad aspettarla, lei mi ha chiamata dopo un'ora per dirmi che non se la sentiva di venire fino li adesso che era arrivata a casa (ha fatto 3 isolati a piedi dall'autobus).
Questo è solo uno dei mille mila esempi di culocomodismo a cui vengo esposta. Ho preso la persona a cui voglio più bene come esempio proprio per dire che è una cosa molto diffusa. Forse è un problema di New Orleans... O forse no.

giovedì 9 luglio 2015

Peggio che Uomini e Donne. E ho detto tutto.

Sono stata assente giustificata per due settimane perchè il computer era in riparazione... o meglio: l'avevo portato a riparare, ma me l'hanno ridato peggio di prima. Adesso lo tengo così, poi vedremo cosa fare. Visto che la politica della Apple è di tenersi il computer 2 settimane (più giorni di spedizione) per cambiare una batteria e io col computer ci devo lavorare per mangiare, quindi postponiamo.

Il Palombaro è partito due giorni fa, per un lavoro nel mezzo dell'oceano dove non prende il telefono, dove non c'è internt a bordo e quindi credo che non ci sentiremo almeno per due settimane (quando tornano a terra per fare rifornimenti), e poi idem con patate per altre due settimane e poi ancora altre due... L'unica cosa positiva di questa lunga assenza è che risparmierò in aria condizionata visto che quando lui è qui dobbiamo vivere in una cella frigorifera.

In questi ultimi mesi che non mi sono fatta viva sul blog mi sono successe diverse cose che mi hanno fatto ricordare quanto la gente senta il desiderio di  scaricare sugli altri tutte le sue frustrazioni, rabbie e paure.
Dal vivo od online, anzi, nel secondo caso proprio non si fanno remore di essere delle emerite merde visto che sono protetti dalla distanza fisica.

E io, recentemente, non mi sono salvata ne dalle merde virtuali ne da quelle del mondo reale. Come sempre. 
Ogni volta che ho un incontro con una merda virtuale penso sempre alla parodia di uomini e donne che facevano a Mai dire domenica. Il mondo è pieno di Signore Feliciane.

Non si può dire o scrivere NULLA, su nessun argomento. Niente, manco se se hai il dottorato nel campo su cui stai scrivendo  ti puoi puoi più permettere di esprimere un giudizio. 
C'è sempre qualcuno che ha da ridire. SEMPRE:

Quello che ti deve correggere per forza anche se ne sa un quarto di quello che ne sa chi scrive.
Quello che non capisce cosa scrivi e quindi fa polemica.
Quello che gli stai sul cazzo a pelle e quindi devi tacere perchè per lui non sei degno nemmeno di avere il dono della parola.

E li trovi OVUNQUE. Se ti ricordi il nome, ti rendi conto che queste persone commentano TUTTO.
E io mi chiedo: come cazzo fanno ad essere sempre aggiornati su qualsiasi cosa una scriva?! 
Io lavoro, cucino, faccio la spesa e dormo. Non ho figli ne mariti da guardare, do giusto da mangiare ai gatti e da bere alle piante, e ciò nonostante non riesco a stare dietro a niente! Tipo che se non lo leggo su FB che c'è la crisi in Grecia, ma io ciao! Lo scopro poi a Natale quando torno in Italia e The Mexican mi costringe a vedere 12 telegiornali a giorno.

Riesco a malapena a scrivere su Whatsapp o FB dal telefono, perchè mi vengono delle crisi di nervi a cambiare costantemente tra inglese e italiano. Non riesco a capire come questi riescano a scrivere millemila commenti di tuttologia al giorno.
Ma poi: ma quante cazzo d'opinioni avete?! SU TUTTO CAZZO.
Dalla marca migliore di croccantini per il cane che non avete mai avuto alle correzioni sul progetto  di una piattaforma petrolifera che non sapete manco come cazzo funziona.
E se per caso succede che l'attaccato ribatta con argomentazioni corrette e forti, allora basta: devi morire. Sei una merda che non è manco degna di rispondere. Incenerisciti ora per autocombustione che stai consumando le risorse del suo pianeta continuando a vivere.

Minchia, calmatevi.

Quelli che vogliono sminuirti ed avere sempre ragione nella vita reale sono altrettanto fastidiosi, ma almeno li gli puoi mettere le mani addosso se proprio passano il segno. Almeno uno si sfoga.

Questo fine settimana ho anche avuto il momento "Mean Girl" ma ambientato al bar sotto casa e con tutti uomini.
Ve lo ricordate il Pittore? Quello che stava con Raz?
Bene, io lo vedo molto spesso anche se non stanno più insieme perchè va al bar sotto casa mia, lo stesso dove cucinava lo Chef.
Qualche mese fa ero seduta al bancone con Palombaro che bevevo. Lo vedo che si siede all'altro lato del bancone che sarà si e no 6 metri. Lo saluto due volte. 
Niente. Fa lo sguardo perso nel vuoto.
Penso che sarà fatto come una zampogna e me ne faccio una ragione, tanto più che c'è la musica piuttosto alta e magari non ha sentito.
Sabato, dopo i fuochi del 4 luglio, passo davanti al bar. Ora sono sempre tutti seduti fuori perchè dentro non si può più fumare. Sul marciapiede c'è Pittore. Gli passo di fianco, lo guardo e gli dico "ciao Pittore!"
Lui fa di nuovo lo sguardo perso nel vuoto e non risponde.
Silenzio tombale.
Io continuo a camminare e vado a casa.
L'amico di Palombaro che era con noi mi dice "questo era chiarissimo che non ti volesse salutare".
E a me, che Pittore mi sta pure un po' sul cazzo, mi ha fatto salire un gran nervoso e di colpo mi sono ricordata di come mi sentivo in Italia quando la gente non salutava. Perchè qui la gente ti saluta sempre, pure quella che non ti conosce.
Quale cazzo di sgarro avrò mai fatto a Pittore? Perchè la gente non ti dice che problema ha invece di scegliere la strada che uno sceglie magari fino al liceo ma che io continuo a ritenere comportamento da asilo?! Per come sono cresciuta io per togliere il saluto a qualcuno bisogna che ti abbia sterminato la famiglia, fatto cornuta o rubato dei soldi. 
Detto questo per me si può anche tenere il suo saluto e andare a fanculo. Infatti l'ho incrociato di nuovo il giorno dopo e me ne sono ben guardata dal salutarlo. Lui mi ha fissato per un attimo un po' perplesso. 

Ho iniziato già da un po' di mesi a fare pulizia di gente negativa, ora devo solo scoprire come fare pulizia di gente negativa online. Forse l'eremitaggio (Caro Alex vedi che concordo) è l'unica soluzione.